Curcuma e Curcumina: naturalmente antitumorali
Dalla tradizione orientale al rimedio oncologico
Come si chiama l’additivo alimentare di origine vegetale, giallo come lo zafferano? La domanda è degna dei più famosi quiz televisivi. La risposa è più che ovvia: la curcuma.
Spezia molto utilizzata nella cucina orientale, la curcuma, ultimamente, è sempre più in voga nelle ricette occidentali. Il suo componente principale, la curcumina, è stato recentemente proposto come promettente antitumorale. Scopriamo insieme perché.
Proprietà terapeutiche
La curcumina appartiene alla classe dei polifenoli e, in quanto tale, è dotata di una potente attività antiossidante. I sui effetti antinfiammatori e chemiopreventivi sono scientificamente dimostrati [Hatcher et al., 2008 ].
Basi molecolari degli effetti antitumorali
Il potere anti-proliferativo della curcumina, nei confronti delle cellule tumorali, è esplicato mediante modulazione di numerosi meccanismi.
Parliamo, prima di tutto, dei fattori trascrizionali. Nelle cellule di melanoma, la curcumina inibisce il fattore nucleare kB (NF-kB) e rallenta, in tal modo, la crescita cellulare [Siwak et al., 2005]. In altre linee tumorali, riduce l’attività della proteina attivante 1 (AP-1) indotta dagli androgeni e arresta, così, il ciclo proliferativo [Liu et al., 2011].
Nelle cellule di tumore al colon, l’effetto anti-proliferativo si esplica mediante la soppressione del gene EGR-1 (EarlyGrowth Response) [Chen et al., 2006]; nelle cellule di medulloblastoma cerebellare attraverso l’inibizione del segnale della proteina β-catenina [He et al., 2014]; nelle cellule del tumore alla vescica, grazie alla riduzione dell’espressione del fattore di crescita dell’epidermide (EGFR) [Chadalapaka et al., 2010].
Capacità anti-metastatizzanti
È stato dimostrato che la curcumina riduce l’espressione del fattore di crescita dell’endotelio vascolare (VEGF) [Fu et al., 2015]. Tale fattore svolge un ruolo cruciale nella formazione dei nuovi vasi sanguigni, indispensabili per la crescita e lo sviluppo del tumore.
Numerosi studi, inoltre, ne suggeriscono l’utilizzo per prevenire le metastasi. La curcumina, infatti, inibisce alcuni importanti promotori della migrazione delle cellule tumorali, tra cui le metalloproteinasi 2 e 9 [Chen et al., 2015]. E, per finire, è stato scientificamente dimostrato che inibisce le metastasi alle ossa [Dorai et al., 2014].
Prospettive future
Considerando l’enorme target di molecole su cui agisce la curcumina, è evidente che non esiste, al momento, un preciso e univoco meccanismo d’azione. Proprio per questo, al di là delle chiare proprietà terapeutiche, la comunità scientifica invita alla cautela a proposito del suo utilizzo come antitumorale.
Ci vorrà del tempo prima che si possa fare di essa un farmaco e ulteriori studi saranno necessari, soprattutto per stabilirne le dosi terapeutiche. Nel frattempo ci si limita a dire che la curcuma fa bene e presto, probabilmente, la medicina potrà avvalersi delle sue promettenti qualità.