Le origini della depressione tra le transgender
Panoramica di una problematica clinica
È cosa risaputa che il tasso delle donne in depressione tra le transgender sia più alto rispetto alla popolazione in generale.
Molteplici sono i fattori ad incidere su tale fenomeno che, a volte, può sfociare addirittura nel suicidio. Compito della medicina è identificarli, studiarli e sviluppare metodi di trattamento.
Variabili socio-demografiche
Il termine stesso transgender indica una transizione di genere, un passaggio che potrebbe richiedere anni.
A seconda dell’età, l’impatto che la transizione ha sulla persona può essere diverso. In generale, più si è giovani, più si va incontro a depressione [Bockting et al., 2013]. Una giovane donna transgender non ha ancora acquisito la capacità di superare lo stress che deve affrontare e questo la rende vulnerabile.
Alcuni studi dimostrano che, nonostante non ci sia una forte associazione tra differenze etniche e depressione [Nuttbrock et al., 2013], tra le donne di colore il tasso di depressione clinica sembra essere minore [Nuttbrock et al., 2010].
Supporto sociale
In genere il supporto sociale si suddivide in categorie, in base all’origine: famiglia, colleghi, amici.
Esiste una diretta correlazione tra il supporto sociale e la salute mentale della transgender.
Il supporto della famiglia è quello che più spesso viene a mancare. Dipende da come essa reagisce alla transizione di genere; potrebbe accettarla, essere indifferente o rifiutarla [Barrrington et al., 2012].
Il supporto di colleghi e amici, invece, varia a seconda del genere. Spesso la transizione è rifiutata dalle donne ma accettata da altre transgender, in particolare nelle aree urbane [Sausa et al., 2007].
Violenza
Esistono tre tipi di violenza discusse nella letteratura scientifica: fisica, sessuale e verbale.
Le donne transgender sono a rischio di tutte le violenze, dalle 2 alle 3 volte in più rispetto alle persone non transgender [Chestnut et al., 2012]. Non c’è bisogno di essere specialisti per capire che tanto gli abusi fisici e sessuali quanto quelli verbali possono avere un forte impatto sulla salute delle vittime.
Sex Work
Molte donne transgender svolgono quelli che gli americani definiscono “sex work”, lavori che in qualche modo hanno a che fare con il sesso. Spesso questa è l’unica possibilità di trovare un impiego, a causa delle forti discriminazioni che le transgender sono costrette a subire. Inoltre, hanno bisogno di grosse disponibilità economiche per affrontare gli onerosi interventi chirurgici e i trattamenti ormonali a cui si sottopongono [Bith-Melander et al., 2010] e, in questo, un lavoro ben pagato fa sempre comodo. Al di là dei rischi intrinseci del lavoro in sè, svolgere questi mestieri spesso vuol dire anche assumere droghe, con lo scopo di sfuggire al forte stress ed evadere dalla realtà.
Stando agli studi riguardanti il caso, è chiaro che la depressione delle transgender rappresenta un fenomeno complesso, sia da un punto di vista clinico che sociale. Ulteriori studi sono necessari per esplorarne le varie tipologie ed identificare i comportamenti a rischio delle donne transgender. In questo modo, così, sarà possibile scegliere il giusto approccio terapeutico e curare un male clinico per il quale, al momento, non sembra esserci rimedio efficace.