Crisi di identità sessuale: interventi chirurgici e non
Come trattare la disforia di genere
I disturbi dell'identità sessuale si manifestano quando i pazienti non riconoscono la propria identità sessuale come corrispondente alla loro genetica e alle loro caratteristiche sessuali. In clinica, vengono definiti disforia di genere.
Quando un paziente soffre di crisi di identità sessuale, il trattamento più efficace è rappresentato dalla riassegnazione di genere. Si tratta di un insieme di interventi che vanno dalla psicoterapia alla terapia ormonale e/o alla chirurgia (una serie di complesse procedure genitali e non).
Procedure chirurgiche genitali
Le principale procedure chirurgiche genitali, eseguite per la riassegnazione di genere sono:
- vaginoplastica, clitorolabioplastica, penectomia e orchidectomia, nei transessuali da maschio a femmina
- ricostruzione del pene e dello scroto, nei transessuali da femmina a maschio.
Procedure non genitali
Le procedure non genitali, invece, comprendono: ingrossamento del seno, mastectomia, chirurgia della femminilizzazione facciale e chirurgia della voce. Completano il trattamento disponibile altre procedure, anche non genitali, chirurgiche di mascolinizzazione e femminilizzazione.
Per sapere quali sono le procedure più adeguate, a cui ricorrere in caso di disturbi dell'identità sessuale, è bene fare riferimento alla World Professional Association for Transgender Health. Attualmente questa pubblica e recensisce linee guida e standard di cura per tutti i pazienti affetti da disforia di genere, senza tralasciare i criteri di ammissibilità per la chirurgia.
L'importante, in ogni caso, è seguire un percorso guidato da esperti, sia da uomo a donna che da donna a uomo.
Dalla fonte: Gennaro Selvaggi & James Bellringer. Gender reassignment surgery: an overview. Nature Reviews Urology 8 , 274–282