Circa il 78% delle donne incinte riporta disturbi del sonno. Questi sono responsabili di effetti negativi su salute e qualità di vita, e possono influenzare gli outcome ostetrici.
Un recente studio, condotto presso l’Università della California, ha dimostrato che le donne che dormono meno di 6 ore a notte sono quelle più soggette alla fatica da gravidanza e hanno una probabilità di partorire con taglio cesareo 4.5 volte più alta della media.
La qualità del sonno in gravidanza è compromessa da diverse cause
I fattori ormonali provocano malessere generalizzato. Durante il primo trimestre di gravidanza, l’aumento dei livelli di progesterone determina sonnolenza eccessiva durante il giorno, riduzione del tono muscolare, interruzione del sonno accompagnata dal russare e, in certi casi, apnea notturna;
I fattori fisiologici includono nausea e vomito, mal di schiena, movimenti del feto e reflusso gastroesofageo;
I fattori psichici comprendono la depressione prenatale, intranatale e postpartum. Dopo la nascita del bambino,l’ansia delle nuove mamme è responsabile del peggioramento del sonno.
Approcci non farmacologici: la terapia comportamentale
Rimedi non farmacologici, seppur apparentemente bizzarri, rappresentano la prima linea terapeutica per curare l'insonnia in gravidanza. Un’interessante review, pubblicata di recente, riassume 10 utili consigli per migliorare la qualità del sonno.
Tra di essi vanno annoverate le tecniche di rilassamento progressivo dei muscoli, il controllo degli stimoli e, pane per i denti degli psicologi, la terapia cognitiva mirata alla cura dell’ansia e al controllo di pensieri catastrofici.
Interessante l’esortazione all’utilizzo del letto esclusivamente per dormire. Se incapaci di addormentarsi, meglio alzarsi e fare qualcosa di poco stimolante: stare a letto a preoccuparsi di non dormire serve dolo a perpetuare l’insonnia.
Infine, molto importante è la restrizione del sonno: evitare di sdraiarsi a letto per periodi troppo lunghi per previene scombussolamenti del ritmo circadiano. A questo proposito, è conveniente calcolare l’efficacia del proprio sonno, intesa come rapporto tra il tempo in cui si dorme e il tempo in cui si sta semplicemente a letto. Quando questo rapporto raggiunge l’85%, è possibile incrementare il tempo per stare a letto di 15-30 minuti.
Le cure farmacologiche per l’insonnia
Quando la terapia comportamentale non attecchisce, per combattere l'insonnia in gravidanza, è necessario il ricorso a vari farmaci:
Sedativo-Ipnotici, molti di essi non hanno un adeguato profilo di sicurezza e il loro uso in gravidanza è piuttosto limitato [Wilton et al., 1998, Wang et al., 2010]
Benzodiazepine, certamente più sicure ma da prescrivere con cautela. Studi preliminari avevano inizialmente suggerito un incremento dell’incidenza del labbro leporino, conseguente all'utilizzo di questi farmaci; ricerche recenti hanno smentito una reale correlazione [Ban et al., 2014]
Antidepressivi triciclici, probabilmente la scelta migliore data l’assenza di evidente incremento del rischio di malformazioni congenite [Elfolk et., 2010]. Unica precauzione da prendere, evitare quelli che sono stati associati a difetti cardiaci [Cole et al., 2007].
Qualunque sia il rimedio, dormire adeguatamente in gravidanza è importante tanto per la salute delle mamme quanto per quella dei bambini.